View Conference and the emotional factor

By FRANCESCO LIPARI

 

I attended only four of the five days of View and I think I will regret it, for a year at least.
This year was my first View Conference, that is not just “an international annual event focused on computer graphics, interactive techniques, digital cinema, the ’2D / 3D animation, video games and visual effects” but a real high formation school that began seventeen years ago under the name of Virtuality which reached its worldwide success in 2005 by the creative genius of Maria Elena Gutierrez, an Italo-Mexican based in Turin with a fresh mind that is projected towards the future.
With Maria Elena I had the pleasure of talking about how the idea of View was born, its history and international guests who have worked in its various editions: the appointment of this year was just outstanding.
During my interview with Maria Elena she smiles frequently and talks with great pride of the strong need for an event like View, that is useful not only to the city of Turin but to all of Italy where, unfortunately, the schools that teach digital art are not yet up to the foreign standard (especially American).
View tries to compensate for this educational imbalance by stimulating students, professionals, and especially teachers to push the accelerator on their training, inspiring them to have a positive outlook towards the creative professions of the future.
For years, the View Conference celebrates its event inside a wing of the ‘Torino Incontra’ conference center in Via Nino Costa 8, Turin. Architecturally its space affects me immediately for its details and the completeness of its interiors, in fact I will find out later that the building was designed by the famous architect Carlo Mollino.

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The first day of the View Conference is very stimulating and includes two high level conferences curated by the co-director of Zootropolis Byron Howard, and the director of photography of some Disney-Pixar classics, Sharon Callahan.
In a one-to-one interview, Byron tells me about how challenging it has been to work at the Zootopia concept (original title of the film) and how the work of over 500 people distributed in 5 years has allowed computer animation to take a big step forward, creating a part of the world ideally populated by mammals equipped with a hyper-realistic movement of hair that, as never before, moves in sync with the surrounding environment.

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This and many other amazing technical aspects have allowed Disney to create a beautiful and contemporary film that imagines a world without humans (perhaps better that way) where anthropomorphic mammals of all species and in scale live together in a metropolis designed to adapt to each of their differences.
The architecture of the film is therefore amazing and includes different natural habitats that work together for their mutual operation, and is, as a real contemporary city, characterized by a diversity that does not scare but values it.
A very recurrent element in almost all the talk is definitely the emotional factor within each project.
Movie and videogame production companies, Google, MIT and many others seem interested in making the experience of the user more realistic in respect with their products.
Looking at the past Sensorama comes to mind, a system conceived by Morton Heilig in 1957, that complemented the visual experience with vibrations, wind and a system to reproduce scents. Who knows maybe someone will use the concept!
Besides Moreen Fan Baobab Studios with Invasion, the real thrill was pulled out from me by Daniel Fountain with the Lumino City project conceived by Luke Whittaker and Katherine Bidwell of State of Play.
The game was created to create a perfect hybridization between the analog and digital world through a town entirely recreated by hand with paper, cardboard, miniature lights and motors.
“The process was very intense,” says Daniel, that continues talking about the city’s infrastructure that was born thanks to an Italian architect who lives in London, Catrina Stewart.

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“We were looking for the right technique to represent our idea of the city and suddenly in a London pub we notice a design of Catrina’s that delights us. Together we take a common path that leads us to structure a fantastic city designed to fit both adults and children “.
The View Conference has undoubtedly given Turin a new energy and a full confidence in the future. The name itself holds the secret to living in a contemporary way.
VIEW is in fact a window towards the world, an opening to new and exciting ideas, embracing the changes and opportunities that derive from it.

“We need a change … you have to decide which side to take.” JM

 

ITALIAN VERSION

Ho assistito a sole quattro delle cinque giornate di View e credo che di questo me ne pentirò, almeno fino all’anno prossimo.
Quella di quest’anno è stata la mia prima View Conference che non è soltanto “un evento internazionale a cadenza annuale incentrato sulla computer grafica, le tecniche interattive, il cinema digitale, l’’animazione 2D/3D, i videogiochi e gli effetti visivi” ma una vera e propria scuola di alta formazione iniziata diciassette anni fa sotto il nome di Virtuality e portata al successo globale nel 2005 dal genio creativo di Maria Elena Gutierrez, italo-messicana con base a Torino dalla mente fresca e proiettata verso il futuro.
Con Maria Elena ho avuto il piacere di parlare di come nasce l’idea di View, della sua storia e degli ospiti internazionali che si sono avvicendati nelle varie edizioni: l’appuntamento di quest’anno era semplicemente straordinario.
Durante la mia intervista Maria Elena sorride spesso e con grande orgoglio racconta della forte necessità di un evento come View, utile non solo alla città di Torino ma all’Italia intera dove purtroppo le scuole che insegnano arte digitale non sono ancora all’altezza di quelle straniere (statunitensi soprattutto).
View cerca, allora, di compensare questo squilibrio didattico reale stimolando studenti e professionisti e soprattutto insegnanti a spingere l’acceleratore sulla propria formazione guardando così in maniera lungimirante le professioni creative del futuro.
Da anni la View Conference celebra il suo evento all’interno del polo congressuale Torino Incontra in via Nino Costa 8. Architettonicamente lo spazio mi colpisce subito per i suoi dettagli e la completezza dei suoi interni e più tardi scoprirò infatti che l’edificio è stato ideato dal famoso architetto Carlo Mollino.
Il primo giorno della View Conference è molto stimolante e include due conferenze di altissimo livello a cura del co-regista di Zootropolis, Byron Howard, e della direttrice della fotografia di alcuni classici Disney-Pixar, Sharon Callahan.
In un’intervista one-to-one Byron mi racconta di quanto sia stato stimolante lavorare al concept di Zootopia (titolo originale del film) e di come il lavoro di oltre 500 persone distribuito in 5 anni abbia permesso un grande passo in avanti della computer animation e nell’ideazione di una parte di mondo idealmente popolato da mammiferi dotati di un iper-realistico movimento dei peli che, come mai fino ad ora, si muovono adesso in sincronia con l’ambiente circostante.
Questo e tanti altri aspetti tecnici stupefacenti hanno infatti permesso alla Disney di realizzare un film bellissimo e contemporaneo che immagina un mondo senza umani (forse meglio così) dove mammiferi antropomorfi di tutte le specie e tutti rigorosamente in scala reale convivono in una metropoli ideata per adattarsi alle differenze di ognuno di loro.
L’architettura del film, poi, è incredibile e comprende diversi habitat naturali che lavorano congiuntamente per il loro funzionamento reciproco ed è, come un vera città contemporanea, caratterizzata da una diversità che non spaventa ma valorizza.
Un elemento molto ricorrente in quasi tutte le talk è sicuramente il fattore emozionale all’interno di ogni progetto.
Case di produzione cinematografica e videogames, Google, l’MIT e tanti altri sembrano interessati a rendere ancora più realistica l’esperienza del fruitore nei riguardi dei loro prodotti.
Dal passato mi viene in mente Sensorama, macchina ideata nel 1957 da Morton Heilig che completava l’esperienza visiva con vibrazioni, vento e sistema per riprodurre i profumi. Chissà che non la utilizzino come concept!
Oltre a Moreen Fan di Baoab Studios con Invasion, l’emozione vera me l’ha tirata fuori Daniel Fountain con il progetto Lumino City ideato da Luke Whittaker e Katherine Bidwell di State of Play.
Il videogioco nasce per creare una perfetta ibridazione fra mondo analogico e digitale attraverso una città ricreata interamente a mano con carta, cartone, luci in miniatura e motori.
“Il processo di lavorazione è stato molto intenso” mi racconta Daniel che continua parlando dell’infrastruttura della città nata grazie ad un architetto italiano che vive a Londra, Catrina Stewart.
“Cercavamo la giusta tecnica per rappresentare la nostra idea di città e all’improvviso in un pub di Londra notiamo un disegno di Catrina che ci rapisce. Insieme iniziamo un percorso comune che ci porta a strutturare una città fantastica pensata a misura di adulti e bambini”.
La view Conference ha indubbiamente portato a Torino un’energia nuova e piena di fiducia nel futuro. Già nel suo nome c’è il segreto per vivere in maniera contemporanea.
VIEW è una infatti finestra versa il mondo attraverso la quale aprirsi a nuove e stimolanti idee, abbracciando i cambiamenti e le opportunità che da essi ne derivano.
“Serve un cambiamento…bisogna decidere da che parte stare”.  JM

 

 

 

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Time: 25 novembre 2016
Category: Article
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Tags: Baobab Studios , Byron Howard , Carlo Mollino , Lumino City , Maria Elena Gutierrez , Moreen Fan , turin , View Conference , Zootropolis

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