L’EDONISMO MASOCHISTA DEGLI ITALIANI
text by bam! – Valeria Bruni, Simona Della Rocca
image Alberto Bottero
take a ride to.. (là dove c’era l’erba ora c’è una città)
From the city to the Sprawl: take a ride to the extended suburbs of Torino! You will see how the city gradu-ally unfurls itself into the countryside, revealing a multitude of mediocrity where the roundabout, the new national-popular phenomenon, is not just the stage of the third Millennium urban planning, but also a symbol of civic pride and local identity.
… cottages, gas stations, buildings from the Sixties, from the Eighties, cows, shopping malls…
An area of utilitarian phenomena, randomly distributed along the edges of the highways, so as to satisfy everybody’s eyes. If it was not for the urban color plan, it would be the 3D version of the most beautiful dadaist painting. The new highways engulf the landscape, amplifying the Development of mediocrity. Development of what, is unclear to all, given the disproportion between the increasing volume of new buildings and population growth. But as everyone knows, the only thing that constantly grows around the Brick, is the perverse relation between political and financial interests, that grants itself a break only when imposed by the chaos of an environmental disaster. But where is the “Beautiful Landscape”? Perhaps left to be remembered in a few postcards… Italians are meanwhile engaged in satisfying their desire for possession. The shared goal: a beautiful home interior, a plasma display and home automation, while outside the landscape of the italian suburbs is in decline.
Look! The mantle disappears with a wave of your hand! Chic!
That architecture has stopped honouring the landscapes it consumes, does not seem to interest anyone.
And whilst we’re at it, a construction company does not need an architect even a child could draw rectangles.
The lack of a collective ethic of public space and the indifference to those “stolen landscapes” are forms of masochism. Hedonism and masochism: one regarding the public, the other one the private sector. In this scenario, the architect is Don Quixote, fighting in the name of the quality of spaces, but swept from the ocean of “free” will.
We read, we ask, seek, argue, and talk …but do not build. We swear, we do not build!
Dalla città alle villettopoli: fatevi un giro nella periferia estesa di Torino! Scoprirete la città spalmarsi gradualmente nella campagna, rivelando una distesa di mediocrità dove le rotonde, nuovo fenomeno nazionalpopolare, fanno da palcoscenico ai fuochi urbani versione terzo millennio, orgoglio civico nonché ultimi baluardi dell’identità locale.
..casetta, benzinaio, palazzina anni 60, anni 80, vacche, centro commerciale,..
Una distesa di fenomeni utilitaristici distribuiti casualmente negli intorni delle strade statali per appagare gli sguardi di tutti, non fosse per il piano colore, sarebbe la versione 3D del più bel quadro dadaista. Le nuove superstrade divorano il paesaggio, amplificando lo Sviluppo della mediocrità. Sviluppo che di fatto non si capisce per chi sia, considerata la sproporzione tra aumento del volume di costruito e incremento demografico. Ma intorno al mattone si sa, l’unica cosa che si sviluppa è l’intreccio perverso tra interessi politici e finanziari, che si concede una battuta d’arresto solo quando lo impone la cronaca da disastro ambientale. Ma il Bel Paesaggio dov’è? Forse dimenticato in qualche cartolina.. Gli italiani intanto sono impegnati ad assecondare il desiderio di possesso. Obiettivo comune: una casa bella dentro, tv al plasma e domotica, e dalla finestra il paesaggio in decadenza delle periferie diffuse italiane.
Ma… guarda!! La cappa scompare con un cenno della mano!! Chic!!
E se l’architettura ha smesso di onorare i paesaggi che consuma, pare non interessi a nessuno.
D’altronde al costruttore non serve l’architetto, i rettangoli li sa disegnare anche un bambino!
La mancanza di un etica collettiva dello spazio pubblico e l’indifferenza verso questi paesaggi rubati, sono forme di masochismo. Edonismo nel privato e masochismo nel pubblico. In tale scenario l’architetto è Don Chisciotte, in lotta in nome della qualità degli spazi, travolto dall’oceano del “libero” arbitrio.
Leggiamo, ci informiamo, ricerchiamo, ci incazziamo, ne parliamo e… non costruiamo. Noi, giuriamo, non costruiamo!
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Title: L’EDONISMO MASOCHISTA DEGLI ITALIANI
Time: 30 maggio 2012
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