Fabbricare Fiducia_Architettura #95 | Internità: dal corpo allo spazio | Bruna Sigillo
Come immagini il mondo dell’architettura e la sua professione dopo l’attuale crisi virale?
C’è una relazione indissolubile tra l’uomo e l’architettura che si manifesta e si esperisce nell’abitare. L’uomo dà corpo al proprio mondo attraverso l’architettura configurando scenari abitativi a diverse scale, dalla casa alla città. Contestualizzando l’assunto nella rovente pagina di storia scritta dal duemilaventi, siamo stati tutti chiamati a confronti ravvicinati con il tema dell’abitare, quasi come se la pandemia avesse avuto l’effetto di un incantesimo che ha colpito, ferendo e imponendo un’immobilizzazione planetaria.
Siamo stati e siamo testimoni di una importante inversione concettuale: città incantate e semideserte vs case piene. Piene di noi.
Tutti annidati nelle nostre dimore – micro, macro, più o meno condivise – abbiamo fatto i conti con la dimensione abitativa in un’esperienza del tutto nuova. Seppur con diverse intensità, abbiamo sentito tutti l’esigenza di riadattare lo spazio del quotidiano al nostro corpo, agli umori, al lavoro. Vis à vis con i margini delle nostre abitazioni, siamo stati tutt’uno con le pareti, gli arredi e gli oggetti.
Questo processo di necessaria introversione sembra non essere passeggero, invero, comporterà inevitabili mutazioni genetiche delle nostre relazioni sociali. Nel novero dei radicali cambiamenti rientrano le visioni delle teorie/azioni volte alla diffusione di pratiche partecipative per la costruzione di spazi condivisi, che subiscono una dura battuta d’arresto. Stiamo dunque rischiando che proprio quei luoghi deputati alla socialità che anche in Italia stavano consolidando con fatica la propria identità – spazi sociali, centri culturali, Beni Comuni e relative pratiche – possano naufragare nel mare dei grandi vuoti urbani? No, non possiamo permetterlo.
Dunque cosa può fare il mondo dell’architettura? Come può contribuire alla riconfigurazione di un rinnovato modo di abitare la terra, in armonia con il Pianeta? Una risposta potrebbe risiedere nella restituzione di nuovi immaginari, reinventando significati e disegni degli spazi capaci di definire nuove forme di relazione.
Al desiderio comune di ripristinare gli equilibri sociali e ritrovare un rapporto con la natura, andrebbe aggiunta anche un’importante riflessione sulla qualità dello spazio abitato. Quello spazio che abbiamo imparato a conoscere con la nostra pelle, con il corpo e la sfera sensoriale, che ha risvegliato un’umanità perduta. Ripartiamo dalle piccole cose, parzializzando, compartimentando senza perdere valore: uno dei grandi disagi che stiamo ereditando dalla pandemia è proprio il distanziamento, lo scollamento tra corpo, emozioni e relazioni, che modifica la percezione dell’intorno, sia questo un luogo domestico o un contenitore a vocazione più pubblica. La forma dello spazio, la densità reale e figurata contenuta all’interno dell’invaso abitato, condiziona i comportamenti e ne definisce gli usi.
Sarà compito anche dell’architettura ricucire la rottura tra l’uomo e il suo spazio individuale e sociale senza più ricorrere a progetti calati dall’alto. Si affaccia sulla scena una nuova unità di misura matematicamente ricavata dalla distanza di sicurezza dei nostri corpi, un modulor aumentato che si muove nel mondo come in un immenso tappeto di tatami.
È tempo di innescare processi intelligenti e flessibili che contemplino il rischio, non solo tecnico ma anche sociale, lasciando spazio ad una pacifica convivenza con l’imprevisto.
Bruna Sigillo
Architetto e docente a contratto di Architettura degli Interni e Allestimento all’Università Federico II di Napoli. I fil rouge dei miei temi di ricerca sono i valori di interiorità contenuti nella relazione tra l’uomo e le sue conchiglie spaziali, pubbliche e private. Ho lavorato sull’analisi e la definizione degli spazi condivisi nei diversi contesti urbani, evidenziandone il progressivo processo di dissoluzione e virtualizzazione nella società sottomessa all’imperativo della connessione. Attualmente sto conducendo degli approfondimenti sui luoghi della formazione e sulle critical pedagogies che sperimento nell’insegnamento accademico delle discipline di Interni, strutturando pratiche di apprendimento informale in collaborazione con centri culturali come TOC e Manifatture Knos di Lecce.
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Title: Fabbricare Fiducia_Architettura #95 | Internità: dal corpo allo spazio | Bruna Sigillo
Time: 27 aprile 2020
Category: Article
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