Fabbricare Fiducia_Architettura #86 | Senza futuro. Pensieri strabici da prigionia (in)volontaria | Analogique
*** genere ***
Il siciliano è fatalista ed esistenzialista, conosce solo il passato remoto e il presente, non contempla un venturo diverso da oggi. Nel suo linguaggio, il passato è definitivo e il futuro non esiste. Le motivazioni sono da ricercare negli anfratti della storia della genetica, nelle viscere della cultura pluralista e nelle basi dei codici identitari. Questi echi ritornano in un momento in cui il tempo della lentezza può alimentare la cura del pensare e l’azione del fare affinché il presente si dilati verso l’infinito in maniera continua e esponenziale.
*** limite ***
La città, oggi, un paesaggio continuo di transizioni e salti dal naturale all’artificiale, abitato da animali da laboratorio che diventano cavie per sperimentare i virus e testare farmaci di cui non conosciamo gli effetti, è il luogo dove si perde la traccia dell’esistenza, il focolaio di una emergenza planetaria. La città, perfetta e immobile, si fa erodere dai processi climatici, delle disuguaglianze sociali, dalle muscolarità dei gesti e degli eventi, dalle costruzioni di oggetti che producono modeste infatuazioni adolescenziali e amore a tempo determinato.
*** azione ***
La disciplina, come il siciliano, deve scegliere il presente, unica angolazione da cui osservare il reale, inteso nella duplice accezione di memoria e attesa. Il presente ci pone davanti i limiti di questa perfezione della città che rendono necessario un aggiornamento immediato del dizionario degli elementi fondamentali e l’introduzione di movimenti e usi nuovi che sopprimano il gesto suprematista di uno sterile formalismo a vantaggio di una arcaica idea di tempo, di una logica all’imperfetto, senza passato né futuro. Una screpolatura dai margini complessi, in terreni d’azione porosi, lascia spazio all’immaginario collettivo e ai processi multidisciplinari di inclusione sociale in un tratteggiato movimento non lineare, ad un lavorio incessante, senza gravare il progetto del fine di proporre soluzioni definitive e immutabili, considerando i nostri territori come campi di battaglia senza impronte dove memoria, geografia e geologia siano in continua trasformazione, in un processo generativo di stabile fragilità. È indispensabile definire i nodi di un grande elastico che tiene insieme la micro scala territoriale ad una realtà globale più ampia, incapsulando gli uomini dentro sterili spazi articolati in successione, corpi senza organi in cui transitare o soffermarsi per un drink, in cui pregare, giocare, ascoltare, guardare, pomparsi e riposarsi.
*** vecchi amici ***
In fondo, Kant, sempre attuale, spinge alla risoluzione: “la mia rivoluzione copernicana l’ho avuta quando ho compreso che, bisognava, per capire qualcosa del mondo, non fare la geografia di ciò che si vede, ma fare la geografia dello spazio buio che abbiamo in testa”.
ANALOGIQUE è uno studio di architettura fondato nel 2015 che opera nel campo dell’architettura, del progetto urbano e di paesaggio, della pratica curatoriale ed editoriale. Lo studio è impegnato nella ricerca e nella sperimentazione. Partecipa a concorsi, mostre, seminari e workshop, contestualmente alla pratica professionale. Tra i progetti più recenti: nel 2019 ha allestito il padiglione Cairo e il padiglione Matera per Countless Cities, la Biennale di Farm Cultural Park, ha realizzato “GASH: Game of Shame” per Matera Capitale della Cultura 2019 e curato “Platform For Change. A Farm Cultural Park Guide”, edito da LetteraVentidue Edizioni; nel 2020 è co-curatore di “ArKad” per Manifesta 13 a Marsiglia e coordinatore del progetto “Parkifing the Future” per il Festival dell’Architettura 2020.
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Title: Fabbricare Fiducia_Architettura #86 | Senza futuro. Pensieri strabici da prigionia (in)volontaria | Analogique
Time: 25 aprile 2020
Category: Article
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