Fabbricare Fiducia_Architettura #66 | Italy: The New Domestic Landscape | Giulia Mura
Come immagini il mondo dell’architettura dopo l’attuale crisi virale?
Il primo rimedio contro il covid19, in fondo (e di fatto), lo hanno generato proprio gli architetti: la nostra casa, quelle – metaforicamente – quattro mura baluardo di resistenza privata, oggi spazio condensato di significati (se prima era solo un dormitorio, oggi, infatti, è rifugio, shelter, spazio di vita, di lavoro, di socialità virtuale, di riposo). Una mostra al MoMa di New York, nel 1972, a cura di Emilio Ambasz, già teorizzava e prefigurava gli scenari che oggi stiamo vivendo. Abitazioni super performanti, futuriste e futuribili, smontabili e pensate per diverse configurazioni spaziali, in cui gli ambienti fluidi sono predisposti al cambiamento, alla flessibilità più estrema. I designer erano infatti convinti si potessero migliorare le condizioni di vita delle persone proprio a partire dalla progettazione degli spazi fisici di condivisione. “Mentre gli architetti e i designers esposti risposero con una gamma di proposte assai diverse, complessivamente tutti i progetti sperimentarono forme di mutabilità e adattabilità, offrendo una visione del mondo in cui l’isolamento immobile dei singoli oggetti sarebbe stato sostituito da configurazioni interattive e relazioni dinamiche che avrebbero ingenerato nuovi “riti domestici”(Luca Molinari). Ecco, forse questa è la chiave: se a causa di fattori ambientali esterni siamo, come essere umani, costretti a ripensare i nostri canonici approcci relazionali e di prossemica – nella vita privata così come in quella professionale – allora, forse, conviene ripensare anche l’idea che fino ad oggi abbiamo avuto dell’architettura, e dei suoi artefici. In fondo, il cambiamento è quasi sempre un evento da accettare, seppur imprevisto ed inatteso, qualcosa che può far paura all’inizio, ma anche generare scatti in avanti repentini, impensabili in momenti in cui tutto sembra andar bene così com’è. Il cambiamento, l’adattabilità, la resilienza restano delle armi nelle mani dei creativi, capaci, più di tante altre professioni, di re-inventarsi continuamente, facendo fronte sistemico ai loro strumenti interpretativi, per prefigurare e costruire innovative immagini di città, a misura d’uomo. E’ la nostra occasione di tornare ad essere i protagonisti di questa narrazione collettiva.
Giulia Mura. Architetto d’interni, classe 1983, da anni collabora con il critico Luigi Prestinenza Puglisi e l’AIAC (Associazione Italiana di Architettura e Critica). Critico freelance, docente universitaria e consulente museografica, è redattrice per le riviste Artribune, Professione Architetto, Living del Corriere, AR Magazine. Co-founder, PR e contente curator di Superficial Studio, agenzia creativa di base a Roma che si occupa di ricerca e sviluppo di progetti culturali a cavallo tra comunicazione, immagine, allestimento, design, editoria, eventi, branding.
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Title: Fabbricare Fiducia_Architettura #66 | Italy: The New Domestic Landscape | Giulia Mura
Time: 21 aprile 2020
Category: Article
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