Fabbricare Fiducia_Architettura #39 | Biofilia. Una risposta al Burn-Out planetario | Giacomo Garziano
Come immagini il mondo dell’architettura dopo l’attuale crisi virale?
Negli anni 80 il biologo Eugene F. Stoermer ha coniato un nome specifico per l’attuale epoca geologica, attribuendo all’uomo le cause principali di questo cambiamento: “Antropocene”.
Il termine, col tempo, ha assunto un’accezione sempre più negativa supportata dagli inconfutabili dati relativi al cambiamento climatico.
La recente pandemia si presenta come ulteriore conseguenza di un pianeta volto al collasso che reclama l’armonia attualmente persa con chi più di ogni altro essere dovrebbe salvaguardarne l’essenza: l’Uomo.
A causa della responsabilità che l’architetto e l’urbanista hanno in questo declino antropocenico, la corsa al riparo si è già manifestata più o meno consciamente anche nel nostro settore: negli ultimi decenni il nostro desiderio di ristabilire una connessione con il nostro pianeta si è manifestato in architettura attraverso l’adozione di misure all’insegna della sostenibilità, e l’integrazione di sistemi verdi in ambienti sia esterni (facciate vegetali, piantumazioni controllate su balconi, terrazze e tetti giardini) che interni (patii, serre, pareti vegetali, ecc).
Poiché spesso queste soluzioni non sono strettamente ispirate da una consapevole realizzazione ma, piuttosto, dettate da un trend superficiale, possiamo chiederci quanto questo approccio rappresenti davvero una soluzione ad un effettivo problema planetario.
Negli anni ‘60 Ron Herron e gli Archigram concepiscono il loro progetto visionario “A Walking City”, sulle basi del paradigma “Mondo come Macchina”, escludendo totalmente aspetti socio-ambientali nel loro approccio. Una macchina urbana aliena che popola il pianeta e ne consuma le risorse rappresenta in qualche modo la condizione in cui attualmente ci troviamo. Consci del distacco che questo modello ha generato nel rapporto Uomo-Pianeta, stiamo favorendo invece ad un cambio di prospettive, fondate piuttosto sul paradigma “Mondo come Organismo”, per il quale ogni essere e’ interconnesso ad un’altro da un incondizionato legame fisico, psichico e spirituale.
Negli anni ’80, il biologo americano Edward O. Wilson introduce “L’ipotesi della biofilia”, affermando, attraverso ipotesi scientifiche, che gli esseri umani sono biologicamente attratti e traggano beneficio dal coesistere con altri sistemi viventi.
Biofilia significa letteralmente “amore per la vita”.
In architettura, la progettazione biofilica ha come scopo ultimo quello di generare ecosistemi equilibrati in cui le specie viventi che ne fanno parte, dalla micro alla macro scala, coesistono armonicamente; il design biofilo é una strategia progettuale tesa all’esperienza olistica e sensoriale dello spazio costruito, concepito con attenta considerazione a supporto degli usi quotidiani e dei compiti tipici degli abitanti, al fine di generare un habitat sano, emotivo e produttivo per il riposo, il lavoro e il vivere a 360 gradi, in completa connessione con il sistema Natura in senso ampio.
L’approccio biofilico si presenta come l’unico modo sano del progettare che possa garantire la nostra rinascita dopo questo severo dissesto, permettendoci di rivalutare profondamente l’importanza del rispetto e della connessione con noi stessi, la natura ed altri sistemi viventi in generale.
“Nella natura selvaggia sta la conservazione del mondo.“
Henry David Thoreau - (1817 – 1862)
Affascinato dalla scienza e dalla composizione musicale, Giacomo Garziano si è formato dapprima come musicista, e poi come architetto a Firenze e Parigi.
Dopo più di 10 anni di esperienza presso studi come Hardel+Le Bihan, NIO Architecten e UNStudio, nel 2014 ha fondato lo studio multidisciplinare GG-loop ad Amsterdam.
Tra i principali progetti dello studio figurano la casa-museo “The Seed of Time” ad Altamura, il pluripremiato progetto residenziale biofilico “Freebooter” ad Amsterdam, e la madia “Zephyrus” in edizione limitata per Roche Bobois.
Insieme alla Waag Society, Garziano è stato attivo nella ricerca incentrata sulla biotecnologia e sulla nozione di “spazi risonanti”, indagine che contribuisce a diversi progetti attualmente esplorati nella sua pratica. Il lavoro di Garziano è informato dalla natura e dalla musica, e si fonda sul principio che ogni spazio debba raccontare una storia, e che l’architettura sia una forma di “musica congelata”. Il suo approccio eclettico crea esperienze multisensoriali, i suoi progetti diventano un’estensione organica dell’utente, sollevando i confini tra l’uomo e il suo ambiente.
Garziano e’ inoltre direttore della casa-museo “The Seed of Time” ad Altamura e co-fondatore del collettivo di artisti “Elephants and Volcanoes”.
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Title: Fabbricare Fiducia_Architettura #39 | Biofilia. Una risposta al Burn-Out planetario | Giacomo Garziano
Time: 15 aprile 2020
Category: Article
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