La società senza capo ne dialogo
text by Sebastian Di Guardo
Photo by Orazio Caruso
Mi aggiravo, sere addietro, per le vie della Roma notturna e per caso mi sono ritrovato ai margini di piazza San Silvestro, appena rimodernata, a pochi passi dal Parlamento. Ero sovrappensiero, ma mi è bastato scorgerla con la coda dell’occhio per rendermi conto di dov’ero, a testimonianza della sua riconoscibilità. Da architetto ho apprezzato la sinuosità barocche delle sedute in pietra che la caratterizzano, quasi a dettare delle nuove leggi (chimiche) per il materiale lapideo, oppure a recuperarne altre più antiche, regole compositive ora perdute che molto avevano a che fare con l’architettura un tempo, e che molto hanno a che vedere col moderno design -morbido, fluido, sensuale*. Ho anche apprezzato la chiarezza dell’impostazione planimetrica su forme semplici: rettangolare un settore dei due in cui è stata suddivisa la piazza, ed ellittico l’altro, secondo una modalità quasi berniniana. Un disegno che racchiude una volontà decisa e un messaggio forte, quasi a voler costruire una San Pietro laica per la comunità civile. Ciò che mi ha colpito è però la distanza tra coloro che dovrebbero sostare su quegli elementi-seduta. Quasi come le immobili e imperturbabili statue del colonnato vaticano già ricordato prima, o le schiere angeliche di Dante, esse sono buone per delimitare la scena su cui si muove un personaggio-massa che è unione di elementi che respirano all’unisono. Nel perimetro ovale essi si trovano equidistanti come elettroni in un atomo e il rapporto che intercorre tra coloro che sono nella piazza è come quello tra i fuochi di un ellisse. Tale scelta risulta perfetta per creare un logo dove ascoltare e rimanere da soli.È un luogo calcolato con precisione, ti riduce a semplice fruitore. Non prevede fantasia nella sua ripetizione, ne scoperta nel suo mostrarsi in quell’un’unico colpo d’occhio con cui la raccogli la prima volta che la vedi e che dura un secondo appena. Piazza San Silvestro mostra tutta la sua contraddizione, ne agisce come aggregatore di personalità – le porta piuttosto al silenzio dell’apparizione anonima e casuale- ne prevede un centro comune, un messaggio di massa: al centro di questi spazi, non vi è un Papa ne un Giordano Bruno: una metafora quasi sadica della realtà civica del nostro paese. Il silenzio surreale in mezzo al quale l’attraversai quella sera è stato come l’attesa prima di un evento risolutore che si potrebbe immaginare imminente ma che non ci si aspetta nemmeno, in fondo, che accadrà mai sul serio. Alla fine riuscii a scorgere solo una bottiglia di birra rimasta poggiata sopra la panchina, scolata per metà, senza un padrone, a testimonianza della vita che non si ferma ma colonizza ogni luogo, come i venti.
“They carry news that must
get through
To build a dream for me
and you
They choose the path where
no-one goes.
They hold no quarter,
They ask no quarter”**.
* Per il concetto di morbido-fluido-sensuale si ringraziano Luigi Patitucci e Salvo Persano
** J.P. Jones, J. Page, R. Plant, No Quarter, da Houses of the Holy, Atlantic Record, 1973
Photo by Orazio Caruso
Society without head or dialogue
translation by Giulia Scaglietta
Wandering around the night in the streets of Rome I found myself at the edge of Piazza San Silvestro, and its brand new looks, just a walk away from the Parliament.
A few days ago.
Strolling and lost in my architects’ thoughts, just a quick glimpse sufficed to realize where I had arrived: such a recognizable square.
I appreciated the sensuous baroque shapes of the stone seating that characterize it in its peculiarity. As if moved by new (chemical) laws for stone or perhaps trying to recuperate ancient composition rules once so deeply rooted in architecture and now lost in fluid, sensual, contemporary design*.
I appreciated the clarity of the general plan: simple and pure shapes. Rectangular and elliptical sectors organize the public space, almost a tribute to Bernini. The design speaks of firm intentions and strong will, an attempt to set an atheist San Peter square for the public community.
What stroke me, though, was the distance between users. Seated like statues of the columns of San Peter or Dante’s angels, they are good just to delimitate the set where the main character is the mass, union of elements breathing together at once.
In the oval perimeter they are equidistant like electrons of an atom and their relation is like the one between fulcra to an ellipse.
The result is a perfect space for being alone and listen. It is precisely calculated for this and it reduces you to a simple spectator. There’s no fantasy in its repetition, nor surprise in its appearing to you in a glance that lasts a second and not much more.
Piazza San Silvestro shows its contradictions: not aggregating nor incarnating a universal message but bringing to silence and indifference ( impersonality) the different users.
At the core there’s no Pope nor Giordano Bruno: a sadic metaphor of contemporary Italian reality.
The Surreal silence that night was like waiting for an event that may seem imminent but that you don’t really even expect to happen at all.
In the end I saw a bottle, half empty, left there to testify: life never stops but colonizes all and all, like the wind.
“They carry news that must
get through
To build a dream for me
and you
They choose the path where
no-one goes.
They hold no quarter,
They ask no quarter”**.
Info:
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Title: La società senza capo ne dialogo
Time: 3 marzo 2013
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