Fabbricare Fiducia_Architettura #03 | Architetture Temporaneamente Autonome | Francesco Gatti
Come immagini il mondo dell’architettura dopo l’attuale crisi virale?
Come decentralizzare la società anche grazie all’architettura.
Il mio auspicio è che questa crisi virale sia un opportunità per studiare i nostri errori ed evolvere con coraggio verso comunità più globalizzate ma allo stesso tempo più libere di essere indipendenti.
Prima di tutto facciamo una premessa e chiariamo che il virus non è altro che il perfetto capro espiatorio della vera crisi, che sarà quella economica e che era in attesa di entrare in azione da anni: una crisi creata da un sistema economico e monetario con architetture centralizzate e quindi fragili, piramidali e quindi ingiuste.
I pattern naturali degli ecosistemi che evolvono da milioni di anni ci insegnano che i monopoli centralizzati non sopravvivono, specialmente a causa dei cosiddetti cigni neri, ossia eventi inaspettati come il coronavirus che statisticamente capitano di continuo.
Credo che l’unico modo per rendere la società e i mercati realmente liberi e resilienti sia quello di decentralizzare per non avere il rischio di puntare tutto su un unico “corpo” il cui fallimento si porterebbe dietro tutti quanti.
Decentralizzare l’economia ad esempio significa non solo eliminare il corporativismo a favore del vero libero mercato ma anche libertà delle politiche monetarie dove ogni comunità locale sia libera di scegliere la moneta migliore, che sia la moneta d’oro, dollaro o bitcoin, senza essere forzata da nessuno stato/esercito ad adottarne una.
Decentralizzare la società inizialmente potrebbe voler dire anche decentralizzare e smaterializzare l’architettura per fuggire all’inevitabile tendenza al controllo da parte dei soggetti in possesso di monopoli. Solo un’architettura-evento può realmente realizzare la libera volontà dell’individuo o della comunità locale.
Il mio auspicio è che la crisi, levando risorse allo stato, lo riduca ad un soggetto minimo che si occupi solo delle questioni globali e lasci quelle locali ai governi di ogni quartiere; dove non ci sia più posto per burocrati centrali, come sovrintendenze, ordini professionali e decisioni prese da soggetti estranei al voto diretto della comunità locale. Gli strumenti digitali sarebbero già in grado di implementare una democrazia diretta che raggiunga anche le questioni più circoscritte come quelle di quartiere o addirittura di condominio; la questione cambia quando si esce dal digitale e si entra nella fisicità dell’architettura. Il nostro ruolo di architetti spero sarà proprio quello di guidare le comunità verso forme di vita sempre più autonome anche se questo vorrà dire con architetture più effimere ed estemporanee.
Francesco Gatti è un architetto romano fondatore dello studio 3GATTI.
3GATTI è uno studio innovativo che integra architettura e arti visive. Da 18 anni impegna architetti, designers, artisti, ingegneri e costruttori nella reinvenzione dello spazio.
Nel 2004 apre una sede dello studio a Shanghai dove ha l’opportunità di realizzare progetti significativi per edifici pubblici, commerciali e culturali poi pubblicati in tutto il mondo.
Architettura, arte, ricerca e sviluppo sono il playground per un continuo impegno etico che vede l’architettura sostenibile come il fondamento per un design creativo ed innovativo.
Francesco ha avuto diverse esperienze di insegnamento in università cinesi ed italiane e recentemente porta avanti gruppi di lavoro con l’obbiettivo di creare “zone” temporaneamente autonome anche grazie all’utilizzo di criptovalute.
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Title: Fabbricare Fiducia_Architettura #03 | Architetture Temporaneamente Autonome | Francesco Gatti
Time: 29 marzo 2020
Category: Article
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